Negli ultimi 30 anni sono quasi raddoppiati i casi di cancro al seno nelle giovani donne. Fumo, peso in eccesso e mutazioni genetiche sono i principali fattori di rischio che hanno fatto lievitare i numeri, ma non solo.

Da un recente studio pubblicato su Environmental Health Perspectives, è emerso che sono più di 900 le sostanze chimiche ritrovate nei comuni prodotti di uso quotidiano (alimentari, cura della pelle, capelli, farmaci, pesticidi, ecc.), che sono state collegate ad un potenziale aumento del rischio di cancro al seno.

Un aumento sproporzionato tra le giovani donne

Tra il 2010 e il 2019, le diagnosi tra le persone di età compresa tra 30 e 39 anni sono aumentate del 19,4% e tra quelle di età compresa tra 20 e 29 anni, i tassi sono aumentati del 5,3%. Un cambiamento troppo veloce per essere geneticamente spiegato, tanto che i ricercatori hanno pensato di cominciare ad esaminare le potenziali cause ambientali della malattia.

Per condurre il nuovo studio, i ricercatori del Silent Spring Institute,(gruppo di ricerca senza scopo di lucro per la prevenzione del cancro al seno), hanno sviluppato un nuovo metodo di rapida identificazione di quei  composti che possono aumentare la probabilità della malattia:

“Sappiamo che ci sono molte sostanze chimiche ambientali che possono aumentare il rischio di cancro al seno, ma abbiamo bisogno di modi più efficienti ed efficaci per identificarle in modo che possano essere regolate e ridotte”, ha detto Jennifer Kay, ricercatrice presso il Silent Spring Institute e autrice principale dello studio.

Nel futuro dei bambini

Molte di queste sostanze sono presenti nei prodotti dedicati ai bambini come lozioni detergenti e shampoo che includono parabeni e ftalati, inoltre il pesticida malathion è comunemente usato come ingrediente nei trattamenti contro i pidocchi per i bambini.

Riflessione

I bambini sono particolarmente vulnerabili se esposti a sostanze chimiche pericolose, e la situazione è preoccupante. Sappiamo benissimo che abbiamo un mondo pericolosamente inquinato , non servono più studi, servono azioni governative che invertano la rotta, ma noi, in quanto consumatori, possiamo fare tantissimo.

Il presente articolo è stato scritto con la supervisione della D.ssa Aurelia Mondino, membro del comitato scientifico elenaalquati.org

Elena Alquati