Negli ultimi tempi abbiamo visto numerosi lotti di diversa tipologia di cibo ritirati dagli scaffali dei supermercati per contaminazione batterica (Listeria, Escherichia coli). In realtà il problema è tutt’ora evidente e in aumento. L’avidità di dover necessariamente implementare le vendite, ingrandirsi, ed esportare in nome del prodotto italiano, sta creando non pochi problemi sul piano igienico sanitario, senza contare l’impatto ambientale che ne deriva. Ci si chiede perché non tornare ad una produzione territoriale e artigianale come si è sempre fatto e di cui l’Italia ne è sempre stata il simbolo nel mondo.
L’obiettivo di potere e denaro a cui ormai tutti gli imprenditori ambiscono, non permette loro di vedere una soluzione così banale; ma forse non c’è più nemmeno la predisposizione mentale per pensarla. Così la scienza, inarrestabile in tutti i settori, continua a creare prodotti nell’illusione che si possano risolvere i problemi creati, senza sapere che se ne stanno creando di più grandi.
Amidi modificati
L’introduzione di questo articolo, vuole mettere in evidenza quanto la scienza dell’industria alimentare continui nella sua incessante necessità di dover trovare prodotti che migliorino il gusto, la sicurezza, la gradibilità senza tenere conto dell’impatto sulla salute dell’uomo a lungo termine. Sempre più spesso sentiamo parlare, o troviamo scritto sulle etichette di alcuni prodotti il termine: amido modificato.
Ma cos’è?
Con il termine amido modificato si includono ben 12 additivi[1]. Nella loro forma naturale, gli amidi non destano interesse nei produttori, ma se modificati a seconda delle esigenze diventano funzionali.
Poco conosciuto, l’amido modificato normalmente non desta preoccupazione nel consumatore, passando per lo più inosservato. In realtà non è una sostanza poi così innocua, e in alcune categorie di alimenti ne viene vietato l’utilizzo. L’E 1442, ad esempio, viene espressamente vietato negli alimenti per l’infanzia ma lo troviamo in alcune marche di yogurt: prodotto che, pur non essendo dichiaratamente un alimento per l’infanzia, viene sicuramente consumato dai bambini.
Dove lo troviamo
Oltre che inserito in alimenti nei quali si necessita il mantenimento di una consistenza cremosa come yogurt, creme, e budini, lo troviamo nei noodles istantanei, molto consumati dai giovani per la loro facilità nella preparazione, anche se, per dirla tutta, anche gli altri ingredienti di questo prodotto sono pessimi.
È altresì utilizzato nelle salse (ketchup), maionese, e altri condimenti come sughi pronti.
E il biologico?
Qui c’è lo stop. L’amido modificato non è utilizzato nella produzione e trasformazione di alimenti biologici; gli amidi vengono di fatto utilizzati sottoforma di fecola di patate e simili. Sono inoltre espressamente vietati gli amidi modificati ottenuti da mais o altri alimenti OGM.
E sulla salute?
L’E 1442, come abbiamo già descritto, non è utilizzato nei prodotti per l’infanzia per la possibile presenza di PCH (propilene cloroidrina), residuo sospettato essere mutageno. Studi recenti hanno inoltre dimostrato l’esistenza in alcune fasce della popolazione, di un aumentato livello di fosfato nella parete dei vasi sanguigni che potrebbe aumentare il rischio di malattie cardiovascolari e renali. Le conseguenze possono essere ossee: nei bambini può esserci la comparsa di rachitismo e ritardo nella crescita, negli adulti osteoporosi. Inoltre gli amidi modificati, tutti, sembra che elevino il contenuto calorico, diminuiscano la sua genuinità e il valore nutrizionale.
Sono ingredienti rivalutati dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ma nessuno si è ancora pronunciato in merito alla messa al bando. D’altro canto l’Efsa ha stabilito che la dose giornaliera è accettabile ma non si tiene conto dell’esposizione al fosfato contenuto nell’additivo E1442.
Elena Alquati
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Per approfondimenti
http://www.dietcoachguide.altervista.org/1442.html
[1] si trovano in etichetta con le seguenti sigle: E1404, E1410, E1412, E1413, E1414, E1420, E1422, E1440, E1442, E1450, E1451, E1452.
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