La federal trade commission ha appena pubblicato il tanto atteso rapporto sulle principali cause di interruzione della catena di approvvigionamento alimentare americana durante il coronavirus, e ha confermato che le grandi aziende alimentari hanno visto la pandemia come un’opportunità che ha permesso loro di esercitare deliberatamente: potere di mercato, radicamento del loro dominio e il rifornimento continuo dei loro prodotti sugli scaffali del supermercato, mentre le piccole aziende chiudevano. Situazione che ha ovviamente permesso loro di aumentare i profitti unitamente ad un continuo e ingiustificato aumento dei prezzi di vendita senza che ce ne fosse motivo.

Perché è successo?

Nel rapporto si evidenzia che una manciata di aziende sono ai vertici del controllo di un sistema alimentare che, negli Stati Uniti, sta soffocando la concorrenza. Un potere acquisito dall’unione di vari marchi attraverso fusioni o acquisizioni avvenuti negli ultimi decenni, ottenendo un controllo di (quasi) monopolio del sistema alimentare con conseguenze dannose per lavoratori, consumatori, allevamenti, agricoltura. Un potere sempre più forte che queste aziende esercitano all’interno dei vari settori di appartenenza e che porta ad una dinamica ben documentata: difficoltà a redigere una regolamentazione governativa efficace sia perché le agenzie statali e federali  hanno le mani legate, sia perché queste non hanno né risorse né personale.

La corruzione nel cuore dei governi

Il potere di mercato e il controllo che queste aziende hanno sulle agenzie governative di regolamentazione,  è tale da sentirsi autorizzate persino a richiedere rimborsi di molti dei loro costi aziendali senza averne il diritto. Il denaro speso dagli americani per acquistare (e consumare) i prodotti alimentari di queste aziende non comprende il costo delle malattie che ne derivano, senza contare il basso salario percepito da chi ci  lavora e che sta causando un aumento della povertà e del degrado ambientale.  Secondo uno studio della Fondazione Rockefeller, sembra che il costo reale del cibo consumato sia tre volte superiore a quello effettivo. La lotta contro questi monopoli sarà di difficile realizzazione sino a quando si permetterà a queste aziende di esercitare: enorme influenza politica, autorizzazione nel manipolare i mercati, l’impostazione di un marketing privo di etica che inganna il consumatore senza nessun ritegno.

In Europa?

 Ė da poco uscito un docufilm a cura di Giulia Innocenzi e Pablo D’Ambrosi dal titolo “Food for Profit” che denuncia non solo i problemi degli allevamenti intensivi a tutti i livelli, ma fa un focus importante che riguarda la corruzione degli uomini che ricoprono ruoli chiave all’interno del Parlamento Europeo e nelle istituzioni. L’Italia non ha organi di controllo che  stilino rapporti  riguardanti problemi di  collusioni e corruzioni politiche messe in atto dall’industria alimentare: per fortuna ci sono persone che hanno il coraggio di raccontarcelo.

Fonte: dell’articolo https://www.theatlantic.com/ideas/archive/2024/04/food-industry-monopoly-power/678005/?mc_cid=f0dffb53e6&mc_eid=59c45fd9b3