Non amo i social, sono così lontano dalla mia generazione (naturalmente parlo per me), e non è semplice saperli usare, ma posso  di certo dire che mi hanno permesso di conoscere persone “molto speciali”: Mario Berardi è una di queste. Mario è un agricoltore e apicoltore bolognese, e il suo lavoro lo fa con estrema cura e amore; lo senti quanto parla dei suoi alberi, delle sue api, delle coccinelle … delle sue nespole, e proprio in una delle nostre chiacchierate telefoniche mi raccontava che era in fase della loro  raccolta  (poteva essere la fine di ottobre), ma che non si potevano mangiare subito; prima di essere consumate dovevano essere messe in un luogo asciutto per il processo di maturazione (ammezzimento). Ma ahimé c’è anche una nota dolente: Mario le esporta quasi totalmente in Germania perché in Italia non hanno mercato: già, purtroppo le nespole sono nella lista dei frutti dimenticati da salvare.

La saggezza dei detti

Quando ero piccola mi è capitato qualche volta che, se non capivo qualcosa, mi si diceva:” tranquilla, con il tempo e la paglia maturano anche le nespole”. Nel tempo ho scoperto che era un modo di esprimere ottimismo e pazienza, “dare tempo al tempo e attendere pazientemente” che le cose cambieranno in meglio. È un detto che arriva dall’antica pratica contadina di raccogliere (appunto) le nespole nel mese di ottobre e metterle a maturare sulla paglia per tutto l’inverno nei solai o nei fienili. Questa paziente attesa permetteva di assaporare il frutto nel pieno della sua dolcezza e morbidezza.

Sono molti i detti dialettali da conoscere che si legano alle diverse regioni. In Piemonte, ad esempio, si era solito dire:”Ste cuma ’n puciu che significa «star bene in un posto», e proprio come il puciu, la nespola sta bene nella paglia.

Conosciamolo meglio

Pur appartenendo entrambe alla famiglia delle Rosacee, sono due le piante di nespolo ben distinte:

  • il nespolo comune, Mespilus germanica, è una pianta che è cresciuta sul suolo italico da almeno 2000 anni;
  • la Eriobotrya japonica, il nespolo giapponese, è approdata in Europa “solo” in un tempo relativamente recente (sembra un paio di secoli fa);

è sul primo nespolo che vorrei portare attenzione.

Le origini non sono certe, ma sembra che il Mespilus germanica provenga dal Medio Oriente, e furono i Romani ad importarlo in Germania consacrandolo a Saturno, antico dio dell’agricoltura che aveva insegnato le tecniche agricole agli uomini.

È nel Medioevo che il nespolo ebbe massima diffusione, sia per l’alimentazione che come rimedio farmacologico; in quest’ultimo caso veniva particolarmente usato dai monaci erboristi. Il frutto del nespolo  era utilizzato per abbassare la febbre; per regolare l’intestino; come diuretico[1]. Di fatto  contiene molta acqua, vitamina A, fibre e una buona percentuale di potassio.

Versatile in cucina, il frutto può essere utilizzato per la preparazione di conserve, torte, gelatine; per accompagnare:  selvaggina e carni rosse importanti, tartar di tonno, branzino, ricciola, ecc.

Un po’ di magia non guasta mai

In antichità ogni pianta aveva anche un utilizzo esoterico. Il nespolo si credeva tenesse lontano malefici e streghe: l’albero veniva difatti piantato davanti al casolare  con funzione protettiva; i noccioli del frutto si portano in tasca per aumentare le entrate di denaro; si mettevano sette frutti (insieme ad altri ingredienti) nella vasca da bagno per ammorbidire il carattere di una persona rude.

Una ricetta da provare

Torta rovesciata alle nespole

  • Gr. 500 di nespole tagliata a fette
  • 1 C. di malto di orzo
  • Gr. 250 di farina di farro integrale (va bene anche grano tenero)
  • Gr. 100 di malto di riso
  • Gr. 50 di olio Evo
  • Ml. 120 di succo di mela o bevanda di mandorla
  • Mezzo cucchiaino di bicarbonato
  • 1 cucchiaino di farina maltata (facoltativa)
  • Buccia grattugiata di mezzo limone
  • Un pizzico di sale

In una pentola fate cuocere a fiamma bassa le nespole con il malto di orzo sino a quando il frutto non risulta morbido.

In una terrina versate il malto di riso, l’olio e amalgamate bene questi due ingredienti. Aggiungete la farina, il bicarbonato, la farina maltata e la buccia di limone. Mescolate; aggiungete il sale, il succo di mela e mescolate bene con una frusta.

Preparate una teglia e mettete di base una carta da forno; disponete le nespole sul fondo (ben distribuite) e versatevi sopra l’impasto. Informate a 180° preriscaldato per circa 35 minuti. Adagiate la torta su una retina per dolci e lasciatela raffreddare. Quando sarà arrivata a temperatura ambiente capovolgetela aiutandovi con un piatto; togliete la carta da forno e servite. Volendo potete spolverarla con della cannella o con della farina di mandorla.

Riflessione

Sono molti i frutti, le verdure, le Tradizioni dimenticate. Qui c’è la nostra storia; dimenticarci di ciò che ci lega alla Terra, al cibo che Lei stessa ci dona è come dimenticare chi siamo.

Elena Alquati

[1] Dal Regimen Sanitatis: Le nespole accrescono l’orina, e restringono il ventre.