Appartenente alla famiglia delle cucurbitacee, la zucca (cucurbita maxima Duch) sembra avere un’origine controversa. Mentre alcune specie provengono senza nessun dubbio dall’America meridionale, e furono conosciute dagli europei solo dopo la conquista del Nuovo Continente, altre specie, già note a greci e romani, proverrebbero invece dall’Asia meridionale. Coltivata ovunque a scopo alimentare, è un ortaggio che non ha conquistato da subito il palato delle persone più abbienti, in quanto era considerato un cibo adatto solo alla più bassa plebe, e cominciò ad essere comunemente coltivata in Europa soltanto a partire dal XIV secolo, quando, spagnoli e portoghesi, la importarono nelle sue varietà perenni.

Le virtù di  un alimento definito insipido

Colpiti più per la strana forma che per il possibile impiego alimentare, la zucca, come ingrediente culinario,  non riscontrò inizialmente un grande successo, ma le lunghe carestie di quegli anni fecero cadere molto presto questi pregiudizi, e poco per volta iniziò a essere apprezzata anche dalle classi sociali più alte: la sua polpa, nonostante non fosse particolarmente saporita, diventava ottima se accompagnata ai condimenti e agli aromi giusti. A quel punto la sua popolarità divenne tale da diventare uno degli ortaggi più diffusi  nell’area del Mediterraneo.

Virtù officinali

Non passò molto tempo che la zucca fu presto studiata anche dal punto di vista delle sue virtù venendo quindi utilizzata come:

  •  vermifugo;
  • antinfiammatorio dell’apparato digerente e delle vie urinarie;
  • anafrodisiaco: i semi risultarono essere un alimento capace di placare ogni eccesso sessuale;
  • alimento perfettamente digeribile raccomandato quindi per gli stomaci più delicati.

Parti da utilizzare

fiori, frutti e semi.

Quando si raccoglie: i fiori nel momento della loro comparsa, raccogliendoli nelle prime ore del mattino perché poi si chiudono; i frutti in tarda estate a maturazione raggiunta; i semi vengono tolti dai frutti al momento del consumo.

Conservazione: i fiori vanno consumati in giornata al momento della raccolta; i frutti si usano freschi ma si possono conservare per alcuni periodi purché sistemati in un luogo asciutto; i semi si lasciano essiccare al sole e si possono mangiare dopo averli leggermente tostati e salati.

A questo punto non mi resta che concludere questo articolo con una ricetta.

Elena Alquati