Sono molti gli studi scientifici che hanno fatto emergere quanto siano importanti i cereali integrali, ma non mi risulta si sia profondamente compreso quanto sia importante (e perché) consumare integralmente (per quanto possibile) ciò che la natura ci offre: Lei sa dosare tutti i nutrienti necessari perché è insieme che agiscono al meglio. Avete mai sentito parlare di una pianta di aminoacidi? Immagino di no, ma per la nostra organizzazione mentale, sempre più analitica, è più semplice comprendere quanto sia importante mangiare un alimento integrale attraverso un linguaggio scientifico: purtroppo, in questo modo, non si riesce a comprendere il significato di insieme.
Carboidrati: uno spauracchio insensato
“Io non mangio cereali perché sono carboidrati e quindi zucchero”… Come prima cosa dovremmo avviarci a un ampliamento mentale, e abbandonare il pensiero di dover mangiare un alimento perché fa questo o quello; perché contiene questo o quell’altro, mai nella storia dell’uomo è esistita questa concezione. Non mangiare carboidrati perché fanno ingrassare è un concetto completamente errato dettato dal fatto che un piatto di riso integrale è ormai identificato attraverso un linguaggio analitico/scientifico, linguaggio che, per lo meno questo è il mio pensiero, sarebbe dovuto rimanere circoscritto nel suo ambiente.
Proviamo invece a cambiare prospettiva perché è proprio la scienza che dice quanto sia importante il cereale integrale, nello specifico il riso, proprio per dimagrire.
Sappiamo che
L’ obesità e diabete di tipo 2 sono in forte aumento e la ricerca si sta affannando per trovare terapie più adeguate e sicure. Alcuni farmaci hanno mostrato un’efficacia limitata presentando, di contro, numerosi effetti collaterali, alcuni di non poco conto. Per di più abbiamo uno stile di vita alimentare che vede in aumento quei cibi così detti ad alta densità calorica unitamente a (paradossalmente) quelli “Light”. Nel mio ultimo articolo “Aspartame: ben oltre il principio di precauzione”, si evidenzia quanto questi “prodotti light” siano poco salutari, senza contare che oltre a non essere dimagranti come il marketing vuole farci credere, predispongono l’organismo ad attivare meccanismi che aumentano la sensazione di fame inducendolo ad una continua necessità di mangiare.
In primis cereali integrali
Da tempo si sta dimostrando quanto sia importante il consumo di cereali integrali in chicchi. In uno studio pubblicato su pad med, emerge l’importanza di un approccio alimentare naturale che può rappresentare un valido mezzo per affrontare obesità-diabete. Ma fino a qui, niente di nuovo.
Sebbene studi recenti abbiano dimostrato che il riso integrale migliori l’intolleranza al glucosio e previene l’obesità e il diabete di tipo 2 negli esseri umani, i meccanismi molecolari sottostanti rimangono ancora poco chiari.
E’ risultato chiaro però che uno dei principali componenti del riso integrale – l’orizanolo (Orz) – svolge un ruolo importante inducendo la riduzione dello stress causato da una dieta ricca di grassi nell’ipotalamo, portando così a un significativo spostamento della preferenza dai cibi grassi a quelli sani. Il riso integrale rappresenta quindi una proprietà necessaria sia per regolare il rapporto con il cibo legato al piacere e alla dipendenza (regolazione edonica), che per regolare l’aspetto metabolico migliorandone lo squilibrio.
Amico del pancreas
Il riso integrale inoltre riduce lo stress che una dieta ricca di grassi provoca nelle cellule pancreatiche, potenziando la funzione delle cellule β. In particolare agisce direttamente sulle isole pancreatiche e migliora la secrezione di insulina stimolata dal glucosio. Questa evidenza sottolinea l’importanza di preferire un cambiamento alimentare come un promettente obiettivo terapeutico nella sindrome obesità-diabete e suggerisce quanto il riso integrale potrebbero avere una rilevanza per il trattamento dell’obesità e del diabete di tipo 2 negli esseri umani.
Non dimentichiamoci però che la soluzione non è nutrirci unicamente di riso integrale, ma è intraprendere un percorso che ci aiuti in un cambiamento alimentare nel suo insieme, unitamente ad un corretto stile di vita.
Elena Alquati
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