Azzerare e ricominciare. Non si può nemmeno pensare di dire “Ritorniamo alle origini” perché le abbiamo perse. Abbiamo cancellato la cultura e la tradizione del nostro cibo, ed è da qui che dobbiamo ricominciare, dando importanza al vuoto, che non è il nulla, ma uno spazio, un luogo pieno di possibilità dove tutto può rinascere, purché in armonia con l’Universo.
Impermeabilità alimentare
Libri su libri, esperienze su esperienze, e ancora conferenze, corsi, confronti, incontri, ma la domanda rimane sempre la stessa: perché siamo arrivati ad una evidente regressione della cultura, della comprensione, della coscienza e della conoscenza sul cibo? Il nostro stile di vita è molto cambiato, e continua a mutare molto velocemente in una direzione innaturale. I guru della macrobiotica affermano che con l’alimentazione si risolvono tutti i problemi, ma è vero? No, non lo è, per lo meno non più. La costituzione dell’essere umano, negli ultimi decenni, si è molto indebolita, e l’alimentazione non potrà più essere il grande alleato dell’uomo, così come lo è stata per tutta la sua evoluzione.
Le antiche sapienze, tutte, avevano strumenti che davano un valore aggiunto al cibo, come ad esempio il qi gong, la meditazione, la respirazione, la contemplazione. Strumenti che nel nostro quotidiano non ci sono (parlando in senso generale). O meglio ci sono, basta andare in palestra o nelle scuole dove, questo valore aggiunto viene insegnato, è così come cita la canzone di Francesco Gabbani, ci facciamo un’ora di Nirvana pensando di poter raggiungere la conoscenza dell’ordine dell’universo. Abbiamo perso il centro, soprattutto in coloro che insegnano come aprirci spiritualmente, e così, diventando dei punti di riferimento, siamo inclini ad acquisire comportamenti arroganti e saccenti.
Poche domande per riprendere il centro
Proviamo a porci qualche domanda e riflettiamo sulle risposte:
- Quali sono i principi che devono governare la vita dell’individuo?
- Qual è il giusto sapere?
- Quali sono i discorsi appropriati?
- Quali argomentazioni sono attendibili?
- Come possiamo cambiare partendo dal vuoto?
La meditazione e la lettura dei vecchi testi aiutano molto. Il mio Maestro di tuina, mi diceva sempre che il nutrimento non è solo il cibo. Lui, ad esempio, teneva sul suo comodino il libro di Lao Tze “Tao Te Ching” e ogni sera ne leggeva qualche pagina prima di addormentarsi, e quando lo aveva finito ricominciava da capo. Ma ciò che riteneva essere importante, era vivere gli insegnamenti affinché diventino parte di noi.
Il Dao è la strada, il cammino che ognuno di noi deve tracciare:
- È connettersi con l’Universo;
- Ė disciplina;
- Ė il modo di procedere;
- Ė il metodo.
È ritrovare l’ordine per il governo di se stessi, della famiglia, del Paese; è comunicare, esprimere; è diventare consapevole, benevoli, giusti. Il Dao è magia. E’ il giusto cammino, quello che ogni individuo dovrebbe percorrere occupando il posto che gli compete e ottemperando ai propri doveri.
Consumatori del consumismo
Siamo invece diventati dei consumatori senza sosta, e dobbiamo continuare a consumare perché il nostro stile di vita ci ha resi schiavi. Per poter vendere di più, l’industria alimentare
utilizza tecniche speciali, affinché possano entrare nel nostro inconscio e rubare informazioni necessarie allo studio dei nostri gusti e attuare così un marketing spregevole: l’importante è vendere.
L’essere umano è sempre stato attratto da un’evoluzione improntata verso una vita facile e che ci permetta di avere tutto e subito. L’alimentazione è però una cosa seria. Ogni volta che mangiamo assorbiamo il nostro ambiente (sole, luna, acqua, pianeti ecc): tutto ciò che appartiene all’Universo, diventando parte di esso.
Un elogio all’insapore
Termino con queste righe del libro “Elogio dell’Insapore” (François Jullien,
Raffaello Cortina Editore) e spero che possano arrivare nel cuore di chi le legge, affinché si possa ripartire da un vuoto ricostruttore di buon senso e umanità. Niente di più! Iniziamo a percorrere una strada rivolta verso l’unione del tutto, smettendo di disgregare ogni cosa, noi stessi compresi:
“Ogni sapore è illusorio e seducente al contempo, induce soltanto il passante a fermarsi, lo alletta senza soddisfarlo. Rappresenta soltanto un’eccitazione immediata e momentanea che … si esaurisce appena consumata: in opposizione a queste stimolazioni superficiali, eccoci invitati a risalire alla sorgente inesauribile ….
Quando nessun sapore è accentuato, il valore di saporazione è tanto più intenso da non poter essere assegnato, oltrepassa la propria contingenza, si apre alla trasformazione: il saggio ‘assapora il non sapore’ così come ‘agisce senza agire’ e si affaccenda a ciò che e senza faccenda.
Poiché la saggezza sta nel percepire che questi opposti, ben lungi dall’essere bloccati definitivamente in una individualità esclusiva, non cessano di condizionarsi l’un l’altro e di comunicare tra loro”.
Elena Alquati
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