L’attenzione che dobbiamo porre quando leggiamo un articolo informativo, non deve fermarsi a ciò che i nostri occhi leggono, ma dobbiamo andare oltre. Non restiamo bloccati sulla superficialità di ciò che appare, ma cerchiamo, per quanto possibile, di fare un analisi di quello che stiamo leggendo, ci aiuterà molto.
Qualche giorno fa ho ricevuto un articolo di Agostino Macrì, professore di ispezione degli alimenti e analisi dei rischi Università Campus Biomedico Roma.
Il tema dell’articolo è lo zucchero, inteso come saccarosio, quello bianco che usiamo per dolcificare il caffè. Certo leggerlo dal suo punto di vista non fa una grinza, ma dietro le sue parole, scritte nella più totale correttezza, si dà una informazione deviante.
L’importanza del significato etimologico
L’articolo porta il seguente titolo: “lo zucchero – un alimento fra verità e pregiudizi”, e in primis, vorrei analizzare insieme a voi due parole: verità e pregiudizio. Premetto che non sono un esperta di etimologia, mi sono quindi appoggiata ad alcuni vocabolari, ma il significato lo possiamo sicuramente analizzare.
Verità: dal sanscrito vrtta – indica qualcosa che è realmente accaduto ciò che è vero in assoluto o relativamente a determinati fatti.
Quindi il Prof. Macrì dice la verità sullo zucchero in relazione a determinati fatti, che sono gli studi compiuti dal suo punto di vista (intesto come professione), ma che non si conformano alla verità della ricerca scientifica in relazione alla salute.
Pregiudizio: dal latino praeiudicium – significa giudicare prima della conoscenza effettiva di qualcosa. Opinione caratterizzata dalla non conoscenza, dal giudizio di qualcosa che ancora non si conosce.
Intanto mi sembra corretto sottolineare che i risultati scientifici sullo zucchero non sono un pregiudizio, ma una verità in relazione a dei fatti che si discostano dal punto di vista del prof. Macri.
Gli scienziati che hanno studiato gli effetti dello zucchero sulla salute non hanno un pregiudizio, ma una verità emersa in relazione ai loro risultati scientifici nonché dalle patologie che nel tempo ha sviluppato un eccesso di consumo dello zucchero e di cibi che lo contengono. E su questo non ci piove!
Analizzare per comprendere
Questo articolo inizia con una sorta di “presa di posizione” in difesa di questo alimento, così “discusso” e che qualcuno in passato lo ha definito “veleno bianco”:
“cominciamo con il dire che il saccarosio è un disaccaride formato da due zuccheri, fruttosio e glucosio, ed è presente naturalmente in alcune piante”.
Certo che è presente in natura, ma insieme a questi zuccheri, in una pianta, ci sono anche molti altri nutrienti che in sinergia lavorano per dare una certa forma di equilibrio a ciò che mangiamo.
“tra queste la barbabietola e la canna ne contengono quantità importanti…”
Un singolo nutriente (es. fruttosio) estratto da qualcosa che è presente in natura (frutta), non possiamo chiamarlo naturale, perché ha totalmente cambiato la sua connotazione. Dire che lo zucchero è naturale perché estratto da un vegetale è una dis-informazione .
LEGGI BREVE STORIA SULLO ZUCCHERO
Continua ..
“….per cui è possibile estrarlo e farne un alimento di elevato valore energetico …”
392 kcal per 100 grammi – sicuramente ci sono alimenti ancora più calorici (olio evo 884 kcal circa) ma lo zucchero non contiene nessun altro tipo di nutriente o micronutriente: è pura caloria.
“…oltre ad essere un ottimo ingrediente di molti altri prodotti alimentari.”
Certamente che è un ottimo ingrediente. Ma l’ottimo lo possiamo intendere come prestazione e resa del prodotto, certamente non lo si può intendere nel senso: FA BENE ALLA SALUTE.
Un prodotto microbiologicamente puro
“i metodi di estrazione sono relativamente semplici ….”
Leggi breve estratto su come si produce lo zucchero
“… e consentono di ottenere saccarosio con alto grado di purezza, tanto che nel prodotto finito non sono presenti residui di sostanze chimiche pericolose.
…. Si tratta di un alimento puro da un punto di vista microbiologico”
Anche questa è un dato esatto, alla fine del processo di lavorazione non è rimasto niente, in realtà la sostanza pericolosa è diventata lo stesso zucchero.
Jama Internal Medicine: Analisi storica documenti interni ricerche scientifiche sullo zucchero
Il cervello si nutre di zucchero
Poi spiega, in modo dettagliato, che lo zucchero è presente in altri alimenti di origine vegetale, paragonando il saccarosio, allo zucchero presente nella frutta, nel miele, nel latte, ecc.
A cosa serve lo zucchero? “si tratta della principale fonte “energetica” per gli innumerevoli processi biochimichi che rendono possibile la vita. Basti pensare che il nostro cervello ha bisogno di circa 100 gr. di zucchero al giorno.”
E anche qui, pur spiegando bene quali sono gli effetti metabolici scaturiti da un’alimentazione sbilanciata verso il carboidrato, non fa nessuna specifica sugli effetti differenti dei diversi alimenti che lo contengono (es. riso integrale, pane con farina integrale, riso bianco, ecc). E’ vero che il nostro cervello ha bisogno di zucchero ma bisogna specificare quale!
Sono solo pregiudizi
“come accennato è molto diffusa l’opinione che la causa principale di tutti i guai sia lo zucchero comune (saccarosio) che consumiamo attraverso cibi confezionati come biscotti, merendine, bevande zuccherate, ecc, considerate spesso nella categoria del “ cibo spazzatura….”
…. “assumere quantità moderate di un alimento o una bevanda zuccherata è meno grave che mangiare un abbondante piatto di bucatini all’amatriciana. Nessuno si sognerebbe mai di affermare che i bucatini sono cibo “spazzatura”. Il vero problema è quindi la quantità di cibo che si mangia; chi eccede e non fa adeguato movimento fisico, dovrebbe essere chiamato uno che conduce uno stile di vita da “spazzino” di alimenti.”
Conclusioni
Concordo sulle sue conclusioni quando dice che è lo stile di vita nel suo insieme che va rivisto, ma sono convinta che certi alimenti non si dovrebbero nemmeno produrre, e lo zucchero è uno di quelli. Concordo anche sulla complessità nel trovare una soluzione, siamo arrivati ad un punto in cui la confusione che abbiamo raggiunto è palpabile.
C’è un bellissimo passo nel libro di Michael Pollan che scrive:
“senza dubbio la specializzazione è una forza sociale ed economica potente, tuttavia indebolisce: alimenta il senso di impotenza, la dipendenza, l’ignoranza e, alla fine, mina il senso di responsabilità- Viviamo nella più totale dipendenza con delega verso gli specialisti: i pasti all’industria alimentare, la salute al medico, l’intrattenimento ai media, la salute mentale al terapeuta e all’industria farmaceutica, ecc”
per approfondire: https://ilfattoalimentare.it/zucchero-bugie-macri-alimenta.html
Elena Alquati
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