Se pensiamo che la crisi che stiamo vivendo sia recente, ci sbagliamo, e di grosso.

George Ohsawa, in un suo scritto, afferma che i primi sintomi sono apparsi già 2500 anni fa: “Tutto ciò che stiamo attraversando era prevedibile, bastava osservare la crescita del caos all’interno di ogni singolo individuo – deterioramento mentale e cattivo rapporto con se stessi avevano già depositato i loro semi”.

Facendo di queste parole un’attenta riflessione, andremo a comprendere che forse un po’ di ragione c’è, e neanche poca. L’uomo, nel tempo, si è costruito valori, convinzioni, ambizioni proprie, legate per lo più ad accumulare beni, al possesso (anche di persone), a ingrandirsi ma soprattutto è (stata) la sete di potere che lo ha reso sempre più cieco.

Parallelamente si è ristretta la capacità di una visione dell’insieme e, con il continuo frazionamento a tutti i livelli della vita, si è sancita la rottura con l’ambiente esterno.

A partire dall’agricoltura

Con la nascita dell’agricoltura (diecimila anni fa circa) l’uomo inizia:

  • A espandere le “sue” proprietà;
  • Aumentare i raccolti;
  • Comprendere, attraverso gli innesti, come rafforzare le piante, creandone sempre di nuove grazie all’incrocio delle specie – cambiando colore – sapore – grandezza e consistenza.

Allo stesso tempo, ha perso la capacità di coltivare se stesso, di trovare la quiete interiore e di seguire l’ordine della natura creando così insoddisfazione, conflitto (dentro e fuori), frustrazione con la conseguente necessità di conquistare e dominare cose e persone.

Pace interiore = pace esteriore

Oggi si parla molto di pace ma è la pace interiore che dobbiamo coltivare, compresa da poche persone, pertanto se non si ha la pace dentro emergono valori quali: l’attivismo, la rivalità, l’aggressività, il guadagno illimitato – “L’uomo, nella sua paura di sentirsi piccolo, incapace e immeritevole, amplifica la necessità di diventare grande, potente, vincente, senza sapere che in questo modo si alimenta un processo di competizione e di sconvolgimento della natura umana – George Ohsawa”.

L’alimentazione in tutto questo ha un ruolo fondamentale poiché agisce sull’orientamento mentale e psichico delle singole persone che per estensione si ripercuote sul comportamento di un’intera nazione e sui singoli gruppi etnici.

“Guadagnare in ciò che si ha significa perdere in ciò che si è” Lao Tsu.

Elena Alquati