Soda Science è un libro scritto da  Susanna Greenhalgh in cui si vuole portare il lettore nel profondo mondo segreto della scienza aziendale, dove potenti aziende e scienziati accademici alleati modellano la ricerca per soddisfare le esigenze dell’industria.

“Evitare bevande zuccherate” è una delle dieci regole del WCRF (fondo mondiale della ricerca sul cancro), e gli anni ’90 sono stati tempi difficili per l’industria delle bibite gassate. Mentre negli Stati Uniti, i tassi di obesità stavano esplodendo, problema arrivato in seguito anche in Europa, i critici della salute pubblica hanno puntato il dito proprio sulle bibite gassate zuccherate come principale colpevole, sostenendo altresì l’introduzione di una tassa che avesse l’obiettivo di abbassare la quantità di zucchero (e quindi ridurne il consumo), e minacciare i ricavi delle grandi aziende.

Soda Science racconta la storia di come il leader del settore Coca-Cola abbia mobilitato gli alleati del mondo accademico, per creare una scienza di difesa nei confronti delle bibite gassate sostenendo l’esercizio fisico e non la restrizione alimentare come soluzione prioritaria all’obesità: una visione accettata da pochi esperti. L’antropologa e specialista in studi scientifici Susan Greenhalgh ha scoperto un mondo nascosto con organizzazioni specifiche, social network, pratiche di creazione di conoscenza e affermazioni etiche, dedite a creare una scienza favorevole all’industria, proteggendola e spiegando come questa scienza aziendale sia riuscita ad avere una tale presa sulle nostre vite.

La sua indagine, che abbraccia vent’anni di studio, la porta dagli Stati Uniti, là dov’è stata creata questa scienza, e in Cina, mercato chiave per le bibite zuccherate. Negli Stati Uniti si è creata una società  di cittadini che contano i passi, monitorano la forma fisica e sono ossessionati dal peso. In Cina, questa stessa scienza distorta ha lasciato il segno, non solo sulle politiche nazionali sull’obesità, ma anche sugli apparati per la gestione delle malattie croniche in generale. Seguendo gli scienziati e i loro ambiziosi progetti per rendere il mondo sicuro per la Coca-Cola, Greenhalgh offre un resoconto più globale di una storia che, oggi, domina la comprensione pubblica.

La ricerca della Coca-Cola non è una scienza falsa – sostiene Greenhalgh – è vera, condotta da veri ed eminenti scienziati, ma distorta dal suo scopo. Il suo avvincente libro solleva questioni cruciali sui conflitti d’interesse nella ricerca scientifica, sui finanziamenti che si celano dietro quei messaggi familiari sulla salute, e sui modi astuti con cui le grandi aziende tendono a modellare la nostra dieta, il nostro stile di vita e la nostra salute in base alle loro esigenze.

Riflessioni Personale

Il libro è in inglese e non tutti possono leggerlo, ma testi in italiano che denunciano lo stesso problema ce ne sono molti, come ad esempio “Grassi, dolci e salati” di Michael Moss. Quello che mi viene da pensare è come si può credere in una scienza nata per contrastare il crollo delle vendite di prodotti dannosi, e disprezzare invece quella scienza che è dalla parte della salute delle persone e non dei profitti di queste stesse aziende.  Come abbiamo potuto buttare via un’intera evoluzione della specie dentro una bottiglia gassata, senza riuscire a fare una minima analisi su ciò che stava e sta succedendo intorno a noi.

Testo di The University Chicago Press