Il cibo può davvero influenzare il nostro umore? Pare proprio di si. E’ di recente pubblicazione questo  articolo apparso sul New York Times, in cui si conferma che cibi ricchi di zucchero e grassi (spesso grassi di cattiva qualità), non solo contribuiscono  ad aumentare il rischio di ammalarci su un piano fisiologico, ma, lo stesso cibo mette a rischio la nostra salute mentale. 

Il pericolo nascosto nei “comfort food”

Purtroppo quando viviamo momenti di grande stress o di depressione, questi stessi cibi, sono ciò che cerchiamo per avere consolazione e sollievo. La situazione che tutto il mondo ha vissuto e che ancora sta vivendo per il Covid, ha visto i singoli individui alle prese con livelli di stress molto elevati, depressione e ansia, e per questo sono ricorsi ai cibi comfort come gelato, dolci, pizza, hamburger, ecc., che per quanto confortanti, sembrano non giovare sulla nostra salute mentale. E’ stato invece confermato che, cibi integrali, verdure, frutta, pesce, uova, noci e semi, fagioli e legumi e cibi fermentati come lo yogurt, possono migliore il nostro umore.

Psichiatria nutrizionale

Questo è ciò che è emerso dai risultati di uno studio di una branca di ricerca scientifica  emergente chiamata psichiatria nutrizionale, la quale esamina la relazione tra dieta e benessere mentale. La ricerca nutrizionale si è sempre concentrata sull’influenza che il cibo ha in relazione alla  nostra salute fisica, ma non che potesse influenzare  il nostro umore, così com’ è stato recentemente confermato da un team di ricercatori.

L’asse cervello intestino

Ultimamente, le ricerche scientifiche, che rivelano i modi in cui gli alimenti possono influenzare i nostri stati d’animo, cominciano ad essere numerose. E’ già noto il ruolo fondamentale dell’intestino anche a causa della sua relazione diretta con il cervello (asse intestino-cervello). I microbi nell’intestino producono neurotrasmettitori come la serotonina e la dopamina, che regolano il nostro umore e le nostre emozioni, e il microbioma intestinale è stato implicato nei risultati della salute mentale. “Un numero crescente di studi disponibili in letteratura, mostra che il microbioma intestinale svolge un ruolo determinante in molti dei disturbi psichiatrici”, ha scritto un team di scienziati sull’Harvard Review of Psychiatry lo scorso anno.

Il cibo della serenità

Molti studi hanno dimostrato come, coloro che mangiano cibi sani e ricchi di nutrienti, e incrementano il consumo di frutta e verdura,  hanno registrato una riduzione dello stato depressivo unitamente a livelli maggiori di felicità e benessere mentale, come mostra, ad esempio, uno di questi studi, che nel 2016, ha seguito 12.400 persone per circa sette anni.

Tuttavia, sono studi che, al momento, possono mostrare la correlazione ma non la causalità, e quindi una domanda sorge spontanea: è l’ansia e la depressione che spingono le persone a scegliere cibi malsani o sono i cibi malsani che portano le persone all’ansia e alla depressione. Le persone che sono felici e ottimiste sono più motivate a consumare cibi nutrienti? Oppure una dieta sana illumina direttamente i loro stati d’animo?

Forse una prospettiva non deve  necessariamente esclude l’altra, anche se c’è ancora molto da fare per approfondire la conoscenza della correlazione tra cibo e benessere psico/fisico.  Ci sono molti altri di studi che stanno facendo emergere l’importanza di una sana alimentazione nei disturbi del comportamento, e qui, concludendo, si ribadisce l’importanza di creare sinergia con le medicine millenarie che molto avrebbero da dire e da insegnare.

 

Elena Alquati   in collaborazione con la Prof.ssa Filomena Maggino professore ordinario di statistica – La Sapienza Roma

 

L’articolo è stato pubblicato sul sito Prevenzione a tavola