Era il 2003 quando,  per la prima volta, incontro Michio Kushi,  uno dei massimi esponenti della Macrobiotica.  Durante la sua conferenza ha  spiegato in modo estremamente chiaro il motivo per cui la nostra salute è diventata tanto precaria con una predominanza di malattie di tipo degenerativo. Riassumo qui di seguito, il contenuto del suo intervento, sperando di averlo fatto in modo altrettanto chiaro e comprensibile.

Facciamo un passo indietro? Meglio due

Secondo Michio Kushi, qualche miliardo di anni fa il nostro Pianeta era una massa gassosa, punto di partenza per la trasformazione che ha portato alla vita. Descrive una importante presenza di umidità, grandi eruzioni vulcaniche e differenti tipi di gas che si sprigionavano nelle varie zone (ammoniaca, zolfo, solfuri e varie forme di liquidi) portando dei continui cambiamenti.

Per via delle continue mutazioni che la terra stava subendo durante il suo percorso di cambiamento (solidificazione e raffreddamento), la prima forma di vita – i virus – apparsi circa 3,5 miliardi di anni fa,  hanno dovuto adattarsi raccogliendosi e concentrandosi in forme più organizzata: i batteri.

Il mare antico da lui descritto aveva una composizione decisamente più acida rispetto a quello che noi conosciamo, con una presenza di organismi che, nel tempo, hanno continuato la loro evoluzione trasformandosi in cellule sempre più organizzate, e, a mano a mano che gli oceani si “mineralizzavano” attraverso i vari cambiamenti, le cellule hanno cominciato a diventare  organismi multicellulari, per poi formarsi i primi essere invertebrati, pesci e via via sino all’uomo.

In uno schema

Un percorso interessante

Interessante come ad ogni ambiente corrisponda  una specifica forma di vita, la quale, per poter sopravvivere, non potrà smettere di adattarsi ai continui cambiamenti.

Più la temperatura si abbassava, più le forme di vita presenti dovevano assumere una forma sempre condensata (yang), per arrivare ai primati, trasformazione che necessariamente hanno subito i prodotti donati da Madre Terra.

Arrivando alla glaciazione, le piante hanno dovuto necessariamente adattarsi, formando parti più solide e massicce come i tronchi, e una parte dei frutti presenti,  si sono evoluti in semi: i cereali integrali.

Nei cereali integrali vi è racchiusa la storia evolutiva del mondo vegetale. Essi contengono tutte le informazioni dell’evoluzione della terra. L’importanza del territorio è rilevante, è la fonte di “trasmissione dei dati” di quanto è successo in questi quattro miliardi di anni, e attenersi alla stagionalità del cibo coltivato  come Madre Natura richiede, racchiude  le informazioni di cui il nostro organismo può disporre per rimanere in equilibrio con l’ambiente stesso, non è una questione di sapore, va oltre, e non tutti hanno l’apertura per comprenderlo.

L’uomo cucina

L’uomo è l’unico animale che cucina il cibo e questo gli ha dato la possibilità di abitare gran parte del pianeta creando armonia in ogni ambiente in cui esso si sia trasferito, e tutto questo grazie al fuoco. Il cereale ha accompagnato l’uomo durante tutta la sua evoluzione, ovviamente tranne in quei luoghi in cui non era fattibile la sua coltivazione.

Rispetto all’ambiente esistente al tempo  dei virus come forma di vita predominante, attualmente il clima è più freddo e anche l’acqua è più alcalina. Fino a un secolo fa l’alimentazione era molto diversa, si mangiavano cereali integrali, legumi, verdure del luogo, di tanto in tanto della carne e del formaggio, nelle zone costiere italiane  si consumavano oltre al pesce,  le alghe (ancora oggi in alcune zone d’Italia) il tutto ricco di Sali minerali.

Un’alimentazione innaturale e artefatta

Oggi le verdure sono coltivate con  prodotti chimici che, nel tempo, hanno ridotto notevolmente la presenza di nutrienti e minerali. L’industria ha cominciato la sua opera di alterazione del cibo partendo proprio dai cereali sempre più raffinati, con la conseguente perdita di fibre, minerali e nutrienti. A tutto questo va aggiunto l’esponenziale aumento del consumo di zucchero raffinato (saccarosio), bevande gassate e zuccherate che rendono il sangue debole e impoveriscono l’organismo di minerali, latte e latticini che rendono il sangue appiccicoso, acido e debole. Non possiamo certo lasciar fuori l’esagerato aumento del consumo di carne e salumi che contribuiscono all’acidosi del sangue.

Il risultato è che di generazione in generazione il sangue si è trasformato diventando sempre più acido  rispecchiando quel mare “primordiale” dove la forma di vita dominante era il virus.

involuzione umana

Stiamo invertendo il processo evolutivo  in un percorso a ritroso e le patologie che stiamo sviluppando ne sono una chiara evidenza come ad esempio il cancro. Nonostante tutte le ricerche che correlano l’alimentazione alle malattie degenerative, c’è  ancora una forma di resistenza dettata fortemente dal business dell’industria alimentare rafforzata dal marketing e dalla scienza, quella scienza che si  e venduta al marketing, permettendo di proseguire nella strada del decadimento fisico e mentale.

Michio Kushi asserisce inoltre che  il contagio avviene semplicemente tra persone che mangiano nello stesso modo, e  chi si alimenta in modo corretto (secondo l’ordine dell’universo)  non viene contagiato. Su questo punto nutro dei seri dubbi, anche perché, oggi, l’alimentazione non gioca da sola: ci sono molte variabili ambientali che vanno oltre il cibo. L’uomo si è totalmente allontanato dalla natura, e questo lo mette in uno stato di smarrimento.

Il pensiero che segue è molto forte, ma ci può condurre ad una valutazione sull’importanza che bisognerebbe avere nei confronti dell’Ordine dell’Universo, trovando  un centro:

“In Oriente si pensa che chi commette un crimine è una persona da compatire perché non educata nel modo giusto,  ma il vero criminale da  emarginare  e indegno di essere aiutato, è la persona che si ammala, perché non ha capito l’Ordine dell’Universo” – George Ohawa

Elena Alquati food consultant

Ps:  questo articolo non vuole essere né una lezione di storia, ne una lezione di biologia, indipendentemente da dati che potrebbero non essere precisi, l’articolo vuole essere una riflessione sulla strada percorsa, sulla strada che stiamo percorrendo, e sulla strada che vogliamo imboccare. Quest’ultima è importante perché fa la differenza tra estinguerci o ritrovarsi: l’adattamento, in questo caso, non è previsto.

 

N.B. Michio Kushi è morto il 28 dicembre 2014