Ebbene si, per anni gli scienziati hanno sempre pensato che le calorie fossero tutte uguali, soprattutto quando si tratta di aumento di peso, ma un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature Communications non la pensa così. Sembra infatti che l’organismo reagisca in modo differente se le calorie vengono rilasciate da cibi integrali e ricchi di fibre, piuttosto che da prodotti dell’industria alimentare ultra-processati. La ragione sembra legata al fatto che questi ultimi sono assorbiti in modo più rapido nel tratto gastrointestinale superiore, traducendosi in un maggiore assorbimento di calorie per il nostro organismo e meno per il microbioma intestinale.
La fibra come elemento di controllo
Le calorie di un’alimentazione prevalentemente basata su cibi ricchi di fibre, non vengono assorbite così facilmente, compiendo l’intero viaggio lungo il tratto digestivo fino all’intestino crasso; qui trovano trilioni di batteri in attesa di essere nutriti. Pare infatti che una dieta ricca di fibre, oltre che nutrire il nostro organismo, nutra i microbi intestinali riducendo efficacemente l’apporto calorico:
“In una dieta occidentale che non nutre molto i microbi, quasi tutta l’energia va a noi e molto poca ai microbi” – ha detto Karen D. Corbin, ricercatrice presso l’AdventHealth Translational Research Institute of Metabolism and Diabetes di Orlando e autrice principale dello studio – “Non diamo ai microbi alcuna opportunità di utilizzare le calorie che abbiamo mangiato perché le assorbiamo tutte”.
Nello studio, la dieta “potenziatrice del microbioma” era basata prevalentemente su alimenti quali avena, fagioli, lenticchie, ceci, riso integrale, quinoa e altri cereali integrali, unitamente a noci, frutta e verdura. Per evitare che il cibo venisse assorbito troppo rapidamente e per massimizzare la quantità di cibo che avrebbe raggiunto i microbi nell’intestino crasso, i ricercatori hanno evitato gli alimenti trasformati, macinati o raffinati:
“Ci vuole energia per produrre batteri”, ha detto Corbin. “Quindi, l’energia invece di andare a noi, espanderà questa comunità, e lo sappiamo perché la biomassa è aumentata di circa otto volte e mezzo”.
Nella dieta ricca di fibre i partecipanti avevano livelli circolanti più elevati di acidi grassi a catena corta e livelli aumentati di ormoni come il GLP-1[1], che promuove la sazietà.
Ridurre gli alimenti trasformati
Sono molti ormai gli studi suggeriscono quanto il microbioma intestinale giochi un ruolo nel mantenimento del nostro peso. Nelle persone obese, ad esempio, si è scoperto avere una minore diversità batterica intestinale unitamente ad altre differenze nei loro microbiomi rispetto alle persone magre.
Sean Gibbons, specialista del microbioma e assistente professore presso l’Institute for Systems Biology di Seattle, ha affermato che questo nuovo studio indica quanto facilmente le persone potrebbero perdere peso e grasso corporeo semplicemente passando ad una dieta ricca di fibre: “è un netto vantaggio per essere metabolicamente sani e perdere peso” – “A livello globale, molte persone stanno passando sempre più agli alimenti trasformati” – ha affermato – “Ciò non è positivo per i nostri microbiomi e per la nostra salute metabolica”.
Riflessione
Sono ormai tanti anni che faccio il mio lavoro; non solo ho visto ricerche su ricerche che confermano l’ovvio, ma continuano ad essere avviate ricerche su argomenti che altri scienziati hanno già ben documentato: “ma perché invece di investire su cose già evidenti non si avviano politiche di polso nella più totale correttezza per la tutela del cittadino, evitando i business con conflitti di interessi e per di più dannosi alla salute?”
Elena Alquati
[1] I nuovi popolari farmaci per il diabete e la perdita di peso, Ozempic e Wegovy, funzionano imitando l’azione del GLP-1.
fonte https://www.washingtonpost.com/wellness/2023/06/13/weight-loss-calories-fiber-microbiome/ Di Anahad O’Connor
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