La recensione di questo mese non riguarda l’alimentazione, ma è un libro di filosofia scritto da Alan W. Watts, autore di numerosi libri che trattano, in particolare, di zen e taoismo. Lo segnalo, perché in un momento in cui la tuttologia dilaga e l’umiltà si è persa per strada, citare nel titolo la parola “dubbio” quale “simbolo” della saggezza, fa riflettere, e non poco. Lao Tsu ha dichiarato che per conoscere la verità bisogna sbarazzarsi della conoscenza, e che nulla è più potente e creativo del vuoto, luogo che l’essere umano cerca di evitare accuratamente.
“…quanto maggiore è il piacere che riusciamo a provare, tanto maggiore è la nostra vulnerabilità al dolore – scrive Watt – nello sfondo o in primo piano, il dolore è sempre con noi” – e oggi, denaro, piacere e benessere, sembrano essere gli unici obiettivi importanti da raggiungere. Il libro non parla di alimentazione ma di quanto l’uomo insegua in modo spasmodico, una certezza che non c’è.
Una lettura molto interessante che potrebbe aiutare a ridimensionare alcuni dei nostri retaggi culturali, o almeno a metterli in discussione, permettendoci di trovare nuove strade che portano a una crescita evolutiva: comprendere lo sforzo alla rovescia.
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