E’ stato sequenziato il genoma dell’avena ed è risultato essere (in realtà già lo si sapeva) un cereale ben tollerato dai celiaci e più sostenibile sul piano ambientale.
Ma partiamo dall’inizio
Appartenente alla famiglia delle graminacee, l’avena è un cereale che già dall’età del bronzo era largamente coltivata nell’Europa orientale. In passato però non godeva di grande considerazione; era infatti considerata non solo un cereale minore, ma addirittura infestante e poco adatta all’essere umano. Difatti, soprattutto nell’area del Mediterraneo, l’avena veniva per lo più utilizzata come alimento per gli animali. I popoli barbari, invece, la usavano come ingrediente principale, con il quale preparavano una pappa molto tonica e riscaldante, abitudine poco compresa da Greci e Romani.
Arrivano i riconoscimenti
Oggi, finalmente, l’avena è stata rivalutata, riconoscendole proprietà nutritive di grande spessore. Cinque sono le indicazioni sulla salute approvate dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) riconosciute all’avena, e riguardano:
- qualità e quantità delle fibre solubili specifiche dell’avena;
- riduzione del colesterolo nel sangue;
- aumento della massa fecale;
- basso indice glicemico;
- contiene un alto contenuto di acidi grassi insaturi, presenti soprattutto nell’endosperma che riduce i rischi di malattie cardiache e vascolari.
Inoltre contiene proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, e pare assuma una forte rilevanza nel controllo del peso. Insomma, l’avena può contribuire in modo significativo nella dieta a base di cereali integrali attualmente raccomandata.
Sotto il microscopio … tantissimo
Nature ha recentemente pubblicato lo studio di un gruppo di ricercatori che ha sequenziato il genoma dell’avena al fine di approfondire e meglio comprendere il suo effetto in chi il glutine non lo tollera, aprendo così una nuova era per l’Avena sativa.
La sua specificità sembra consistere nell’avere meno geni che codificano proteine produttrici di glutine rispetto agli altri cereali, mostrando una maggiore tolleranza nelle persone celiache o intolleranti al glutine; per questo motivo è probabile il suo ingresso ufficiale nell’appartenenza alla lista degli alimenti consigliati o permessi.
Il parere della scienza
Quando in un alimento si rilevano proprietà di una certa importanza, ecco che la scienza, assetata di sapere, ci mette le mani … anzi il microscopio. Dal suo punto di vista, conoscere il genoma di una pianta indica un’opportunità per selezionare le varietà migliori e studiarne (nei paesi in cui è permesso) le modificazioni genetiche per valorizzarne ulteriormente le proprietà, non solo sul piano alimentare, ma, ad esempio sulla cosmesi, settore in cui l’avena è un ingrediente principe, ed è utilizzata da migliaia di anni proprio per le sue caratteristiche.
Avena e agricoltura
Le peculiarità di questo cereale sono molte, ma uno si aggiunge agli altri: l’avena richiede quantità di fertilizzanti, pesticidi e fungicidi nettamente inferiori rispetto alle altre colture della stessa specie. Questa sua sostenibilità ambientale nella produzione agricola, ne fa un fattore determinante che favorisce l’ipotesi di un aumento della produttività, anche in una visione di creare delle alternative alle proteine animali come sta succedendo, ad esempio, con la bevanda di avena, la cui produzione, come sostituto del latte vaccino, è in netta crescita. Non dimentichiamoci del suo impiego come mangime. Sono emersi, infatti, i suoi potenziali benefici come alimento negli allevamenti.
Io tiro le somme, tu cosa ne pensi?
Riflessione n. 1
Ma se è già una pianta con caratteristiche adatte a chi soffre di celiachia, perché modificarla? Perché conoscerne le modificazioni genetiche per valorizzare maggiormente le sue proprietà?
Riflessione n. 2
E’ vero che è utilizzata da migliaia di anni per le sue proprietà lenitive e idratanti, ma questo non deve essere una giustificazione al fatto che, oggi, il suo uso, è su un piano prettamente di laboratorio (spesso di manipolazione genetica), ben lontano dal modo in cui veniva utilizzata migliaia di anni fa.
Riflessione n. 3
Sicuramente la mia mente non è orientata verso il pensiero scientifico, e chiedo scusa per questo mio limite, di fatto, ogni volta che l’essere umano si sostituisce a “Dio” intervenendo sulla natura, il danno è certo. I fatti che lo dimostrano sono molteplici, ma l’uomo persiste su questa strada, e là dove un tempo l’ibridazione avveniva gettando i semi di differenti specie della stessa pianta in un campo affinché si modificasse in modo autonomo, oggi siamo arrivati alla manipolazione genetica per migliorarne le capacità produttive e nutritive, cosa ben diversa.
Madre Terra è generosa e ci dona ciò di cui abbiamo bisogno, nella perfezione più assoluta, in relazione all’ambiente in cui viviamo. Dovremmo essere grati e rispettarla, invece la offendiamo, la sfruttiamo, la deturpiamo e la modifichiamo. L’essere umano si è completamente allontanato dalle “Istruzioni Originarie”, e vaga nell’arroganza del proprio sapere senza avere nessuna conoscenza dell’Ordine dell’Universo.
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