Daucus carota, questo il suo nome botanico, la carota (dal greco karoto) appartiene alla famiglia delle Ombrellifere, e presente con ogni probabilità in Afganistan 5000 anni fa, anche se cresce spontaneamente in Europa Asia e Africa del Nord. È nota sin dall’antichità a greci e romani che pur riconoscendone le virtù non ne erano interessati per via della consistenza legnosa. Fino al 19° secolo, le carote coltivate erano di colore rosso, viola o nero, ed erano più dolci e saporite; varietà ancora trovabili attraverso il circuito Seed-Savers, e, da qualche tempo, anche in qualche supermercato. Di fatto, la carota arancione così come noi la conosciamo è un incrocio fatto (pare) in Francia poco più di 100 anni fa.
Il cambio del colore
In origine le carote non erano di colore arancio, e la loro storia sul “cambio di tinta” non è certa. Sembra che un grande aiuto sia inaspettatamente arrivato dalla pittura. Un ricercatore olandese, Otto Banga, esaminando i molti dipinti di pittori europei che raffiguravano nature morte e scene ambientate nei mercati, si rese conto che il colore delle carote dipinte nei quadri erano gialle e viola. A partire dal XVII secolo, le carote dipinte di viola venivano affiancate da quelle arancioni. La leggenda racconta che la mutazione di colore avvenne in omaggio agli Orange, dinastia che regnava in Olanda in quel periodo[1].
Perché la buccia non si toglie
La carota è ricca di vitamina A, fondamentale per la vista in quanto, insieme ai suoi precursori, i carotenoidi, fa parte dei componenti della rodopsina, sostanza presente nella retina che dà all’occhio la sensibilità alla luce. È però doveroso ricordare che la maggiore concentrazione di vitamine si trova sulla parte più esterna; è pertanto preferibile non sbucciarla e neppure grattarla, ma piuttosto passarla sotto l’acqua strofinandola con una spazzola in fibra vegetale, così da pulirla dolcemente asportando una quantità minima di buccia.
Una nota curiosa – Si racconta che durante la seconda guerra mondiale, agli aviatori tedeschi che dovevano affrontare incursioni notturne, venivano servite tuorli di uovo e carote proprio per aumentare la loro capacità visiva.
Versatile in cucina
Le utilizzazioni culinarie della carota possono essere molte: come ingrediente nelle insalate, nelle salse, ma anche nelle torte, biscotti, marmellate, creme e budini. In Francia, in passato, la carota veniva utilizzata per dolcificare cibi e bevande al posto dello zucchero e del miele. Nelle campagne si era invece soliti tostarla per essere usata al posto del caffè.
#Nonbuttareniente
Della carota viene utilizzato tutto, ma non tutti lo sanno. Ad esempio il suo ciuffo meravigliosamente verde, non sempre arriva nei supermercati, in molti lo eliminano prima, ma se trovate le carote con le sue foglie utilizzatele, hanno un grande valore nutrizionale. Ma vediamola in tutte le sue parti:
- Radice – parlando di carota selvatica viene raccolta in autunno, mentre quella coltivata tutto l’anno. Ha talmente tante proprietà che non dovrebbe mai mancare nella dispensa:
- Aiuta il processo digestivo stimolando lo stomaco e rimuovendo i ristagni;
- promuove la funzione intestinale;
- ha un azione protettiva sul polmone e sulla pelle;
- è un antiinfiammatorio e detossificante;
- depura il fegato e rischiara la vista (anche quella interiore);
- È vitaminica remineralizzante: il suo elevato contenuto in betacarotene non solo protegge le cellule, ma stimola il sistema immunitario, rinforza ossa e denti, favorisce la produzione di melanina a livello cutaneo;
- Ha funzione protettiva sul polmone dai danni del fumo. In uno studio tutto italiano è emerso che i fumatori che non hanno consumato carote, hanno mostrato un rischio triplo di sviluppare cancro ai polmoni rispetto a coloro che ne consumavano più di una volta alla settimana;
- La carota favorisce anche il flusso ematico a livello coronarico per il suo contenuto in quercetina; diminuisce il colesterolo e i grassi ematici; accelera la sintesi dell’adrenalina con azione cardio-tonica complessiva.
- Foglie – sono una fonte importante di magnesio, calcio, vitamina C e vitamina K, inoltre hanno un’azione detossificante sul sangue. La clorofilla è un elemento importante in quanto si è visto essere uno stimolante fisiologico dei globuli rossi, e per questo motivo è un antianemico;
- Semi – raccolti a piena maturazione nella stagione autunnale, sono utilizzati per produrre l’olio essenziale particolarmente utilizzato in aromaterapia sottile: chiarisce i momenti di confusione e dubbi rafforzandolo sguardo interiore e aiutando nelle giuste scelte.
Essendo un tonico per la pelle, la carota è un ingrediente molto utilizzato nella cosmesi.
Oleolito per pelli mature.
L’oleolito alla carota si prepara con il metodo del sole. Le proprietà della radice, soprattutto le vitamine A e E, possono essere trasferite all’oleolito. La radice viene finemente macinata e umettata con alcool puro in rapporto 10:1 (cioè se abbiamo 50 gr di carote mettiamo 5 gr. di alcool. Quindi si aggiunge olio di oliva o jojoba in rapporto 1:5. Poiché la Carota contiene molta acqua teniamo l’oleolito al sole per 10-15 giorni evitando la formazione di muffe e di irrancidimenti con macerazioni prolungate.
L’utilizzo dell’oleolito di carota è un ottimo trattamento per pelli mature, secche e in tutte le preparazioni solari. Lo possiamo usare tale e quale oppure come base per creme e olii.
Elena Alquati
[1] Per approfondimenti Dario Bressanini e Beatrice Mautino “Contro Natura”
articolo pubblicato su Prevenzione a tavola srl
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