All’Imperatore Giallo, sovrano esemplare per la Terra e modello per gli uomini, risponde un Maestro, iniziato e infallibile, depositario della luce celeste: Qi Bo.
L’Imperatore interrogò il Maestro Celeste:
“Ecco l’insegnamento che ho ricevuto – gli uomini dell’Alta antichità, passavano Cento primavere e autunni, senza declino della loro attività. Però gli uomini, oggigiorno, a metà strada dei Cento anni, hanno tutti un declino della loro attività. Le circostanze sarebbero cambiate? O non sarebbe questo colpa degli uomini ?”
Considerando che l’epoca in cui regnò Huangdi va, secondo quanto emerso dagli studi, tra il 2697 e il 2597 a. C., significa che, il degrado del genere umano, è un problema con radici lontane, più di quanto possiamo pensare.
Nel video “Yin Yang nell’evoluzione delle società”, si evidenzia quanto ciò che stiamo vivendo oggi, era possibile prevederlo, bastava osservare: il caos interiore che stava nascendo all’interno di ogni singolo essere umano, il deterioramento mentale e il cattivo rapporto con se stessi e l’ambiente circostante, aveva già depositato i suoi semi.
Qi Bo risponde all’Imperatore:
“ Gli uomini dell’Alta antichità erano osservanti della Via; si regolavano sullo yin/yang e raggiungevano l’Armonia con le Pratiche di buona vita. Bevevano e mangiavano con misura; lavoravano e si riposavano con regolarità; non si estenuavano in attività sconsiderate. Potendo così mantenere l’unione del corpo e degli Spiriti, arrivavano alla fine dell’età naturale, e centenari, se ne andavano”.
Per dirla in termini filosofici, oggi l’uomo ha perso la Via, il buon senso e la saggezza, condizioni necessarie al mantenimento della vita. Nel tempo, egli si è costruito dei valori propri, delle proprie convinzioni, delle ambizioni mentali per lo più legate all’accumulo, al possesso, all’espansione, al potere; di contro ha sempre più ristretto la sua capacità di vedere i problemi, non solo nel loro insieme, ma proiettati nel tempo.
Ha smesso di coltivarsi e se stesso, ti raccogliersi nella quiete interiore, di rispettare le leggi dell’Universo, proiettando nel mondo la propria insoddisfazione che origina conflitti interiori e quindi guerre esterne; frustrazioni personali e vessazioni con gli altri; vanità, egoismo potere e dominio, il più ampio possibile.
Parlare di pace
Difficile parlare di pace quando non si ha la pace dentro, e difficile è trovarla se si ritengono primari valori quali l’attivismo, la rivalità, l’aggressività, il guadagno illimitato. L’uomo, nella sua paura di sentirsi piccolo, incapace e immeritevole, amplifica la necessità di diventare grande, potente, vincente, senza sapere che in questo modo si alimenta un processo di competizione e di sconvolgimento della natura umana.
Questo esaltare l’ambizione personale oggi viene insegnato, e questo comportamento tende a sviluppare atteggiamenti che ostacolano, impediscono, contestano, competono, disputano; se si dà valore a beni inutili, il desiderio di acquistare e accumulare si fa grande, sempre più grande; se si stimolano continuamente i desideri, si diventa inquieti, confusi, avidi e distruttivi.
E in tutto questo l’alimentazione agisce fortemente sull’orientamento mentale e psichico delle singole persone, che a sua volta si ripercuote sul comportamento di un intera nazione e sui singoli gruppi etnici
Concludo con la citazione di Lao Tsu che raccoglie in se tutto il significato di ciò che non è stato scritto in questo articolo: “Guadagnare in ciò che si ha significa perdere in ciò che si è”.
Fonte
Sunto di un brano di Ohsawa
Huangsi Neiing Sowen – le domande semplici dell’Imperatore Giallo
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