Rispolvero questo articolo già pubblicato, perché la domanda se il sale rosa fa bene, la si continua a chiedere

Sento spesso farmi questa domanda: ”il sale rosa fa bene?  E’ meglio di quello bianco?” Ho allora pensato di fare una ricerca, anche in seguito all’articolo pubblicato da  “Il fatto alimentare” proprio su questo argomento.

Il marketing che confonde

Un gioco sinergico di parole e immagini, ed ecco che il sale rosa diventa la salvezza della nostra salute, ma non è così; inoltre il nostro sale marino integrale, pur essendo bianco,  è naturalmente ricco di minerali e non ha nulla da invidiale al sale rosa così come ben spiegato su questo interessante articolo di Dario Bressanini.

Da dove arriva veramente?

L’ enorme miniera di Kewhra in Pakistan, un luogo magico, e la leggenda racconta che venne scoperto niente meno che da Alessandro Magno. E’ qui che viene effettuata la maggior parte della produzione del sale rosa, che pare non venga effettuata a mano come vogliono farci credere.

miniera di Kewhra

Foto presa dal sito http://www.lampadedisaleonline.it/blog/sale-himalaya-altro-posto/

Fa bene alla salute?

Il suo impatto sulla salute pare non sia differente dal nostro sale marino integrale, da sottolineare che, ovviamente, non bisogna abusarne.

“secondo i test eseguiti, risale a circa 220 milioni di anni fa, e per questo, nel tempo, ha inglobato alcuni minerali, come il ferro, lo zinco, il magnesio e il calcio, e varie impurità: la colorazione si deve a queste inclusioni, soprattutto all’ossido di ferro. Queste sostanze, tuttavia, non sono presenti in quantità tali da modificare gli effetti del cloruro di sodio sull’organismo. Le proprietà benefiche pubblicizzate sono semplicemente inesistenti e mai dimostrate, come conferma anche una delle ultime revisioni scientifiche pubblicate nel 2017”.  (Da  Il fatto alimentare)

Perché questo successo

I social pare ne siano i maggiori responsabili, grazie a famosi chef che li suggeriscono nelle loro ricette spingendone  il  consumo, così come alcuni “influencer” dell’alimentazione.  Inoltre, al sale rosa, sono stati affiancati aggettivi  come  “naturale”, “puro”, “antico” e “incontaminato”:  parole studiate appositamente dal marketing.

In tutta questa bagar, la scelta migliore è dettata dal buon senso. Le scelte alimentari che facciamo hanno un enorme impatto anche sull’ambiente. E allora non preoccupiamoci se il sale rosa  fa bene o male, le  risorsa di un territorio devono  rimanere nel territorio:  non è pensabile distribuire all’intero mondo il prodotto di un unico territorio. E’ per queste scelte (spinte dal marketing) inconsapevoli e irrazionali che si continua ad arrecare danno all’ambiente, e un luogo così antico non va impoverito ma protetto e rispettato.

Elena Alquati