“Il cibo, il cui scopo fondamentale è dare nutrimento e salute, rappresenta oggi il più grande problema sanitario mondiale …, mentre numerose malattie, tra cui il cancro, sono causate da veleni contenuti negli alimenti. Il sistema alimentare presenta gravi disfunzioni in tutti gli ambiti fondamentali: sostenibilità, giustizia, pace.” – (Vandana Shiva)
Indipendentemente dal pensiero personale, il dato di fatto è che uno dei momenti in cui il cervello ebbe un’evidente espansione di volume, fu circa due milioni di anni fa, quando nella dieta dell’uomo cacciatore-raccoglitore, si è evidenziato un aumento nel consumo di carne, e questo dato è ben accertato da studi antropologici.
Da qui si deduce che l’essere umano, non solo si nutre di carne da sempre (anche se la sua presenza nella dieta non risulta essere una quantità predominante) ma è stato uno degli alimenti che ha contribuito in modo importante sul processo evolutivo.
La storia più recente, ci racconta di un passato dove il cibo animale era un privilegio dei ricchi, e, insieme allo zucchero, erano alimenti molto presenti nella loro dieta con non poche conseguenze sulla salute; di contro, la classe sociale più povera (per lo più contadini), aveva problemi di denutrizione da carenza di cibo, spesso legati a fattori climatici (danni ai raccolti), soprusi, malattie, guerre e carestie. Che il medico consigliasse fortemente una integrazione di carne, latte e uova nella dieta era comprensibile (anche se poi non potevano permetterselo); purtroppo, nel tempo, si è creata la credenza che le proteine animali fossero più importanti di quelle vegetali: di fatto era la situazione che le rendeva tali.
Verso la fine degli anni ’70, quando il cibo di origine animale era diventato più disponibile a tutte le classi sociali, si vede innescare un salto senza precedenti nelle abitudini alimentari: da una quasi assenza di proteine animali nella dieta, ad una presenza costante e quotidiana sin dalla prima colazione.
Limitare le carni rosse
L’eventuale relazione esistente tra il consumo di cibo animale (in particolare di carni rosse), e malattie degenerative, tumori compresi, è un argomento molto discusso e spesso viziato tra chi sostiene un’alimentazione vegetariana/vegana, e chi ritiene che la presenza della carne nella nutrizione umana sia fondamentale.
Le ricerche scientifiche, negli ultimi vent’anni, hanno riscontrato che le carni rosse non sono raccomandabili, ma per chi non volesse eliminarle dalla dieta, se ne raccomanda un consumo che va dai 300 ai 500 grammi la settimana. Un eccesso, aumenta il rischio di alcuni tipi di cancro, diabete, infarto e problemi cardiovascolari, obesità; mentre una dieta prevalentemente basata su alimenti di origine vegetale, sembra ridurlo.
Non tutti sanno che
Ogni anno vengono macellati in Italia circa 700 milioni di animali tra cui 533 milioni di polli, 11 milioni di suini e oltre 2,5 milioni di bovini. I numeri sono impressionanti, ma il consumatore sembra esserne distaccato e inconsapevole. Oggi la carne si compra per lo più al supermercato delegando così l’uccisione all’industria alimentare; in questo modo non ci si rende conto della storia che c’è dietro quella fettina di vitello, quel petto di pollo o quella costata di manzo, ma ancora di più non ci si rende conto di quanta sofferenza c’è dentro ciò che mangiamo: ci nutriamo di pena e paura di questi animali.
Nelle civiltà contadine era diverso: l’uccisione dell’animale era un momento importante, collettivo, di festa, di gratitudine e di rispetto per quell’unico animale che con il suo sacrificio avrebbe sfamato numerose famiglie.
Il centro come punto di riferimento
Tra divorare carne e non mangiarne per niente (rispettando comunque la scelta etica) può esserci un consumo consapevole. La scelta rimane personale, ma è importante la libera riflessione: avere la conoscenza di saperci adeguare a seconda delle nostre necessità fino a raggiungere l’autoregolazione intuitiva, ovvero l’ascolto del nostro sé interiore.
Certo, in persone con gravi patologie è possibile prevedere, per un certo periodo, la necessità di eliminarla totalmente dalla dieta, così come, a seconda del quadro del paziente, è possibile che debba essere consigliata, in modo mirato (tipo di carne), e come mangiarla (ricetta): è bene diventare consapevoli che, la ricerca scientifica è ben differente dall’alimentazione clinica.
L’allevamento fa la differenza
Come viene allevato un animale è importante tanto quanto la modalità con cui vengono coltivati gli alimenti vegetali. Seguire la filiera della carne, come viene nutrita, come viene prodotta, come viene immessa sul mercato e come viene cucinata dall’industria alimentare sono informazioni che necessariamente dobbiamo conoscere. Ad esempio, abbiamo trasformato un animale erbivoro come i bovini, in mangiatori di cereali, con non pochi danni per la loro salute, quella dell’ambiente e non ultimo a chi li mangia. Ma quanto incide questo cambiamento sulla qualità della carne?
L’etichetta bio non basta
Avere l’etichetta di carne da allevamento biologico non ci mette al riparo da inganni e disinformazioni. In questi allevamenti ai bovini devono essere garantiti almeno 120 giorni di pascolo all’anno e l’alimentazione deve essere principalmente costituita da foraggi. Sarebbe opportuno non rivolgersi all’industria alimentare del biologico in quando, nutrire gli animali con mangime bio può non risultare ottimale per una carne di buona qualità e non dannosa. Se proprio vogliamo continuare a consumare carne, cerchiamo un allevatore con cui creare un rapporto di fiducia, dal quale poter acquistare occasionalmente e conservare in freezer; almeno sappiamo cosa mangiamo, ma senza dimenticare la quantità che il buon senso e le tradizioni del passato suggeriscono.
Attenzione ai rimpiazzi
Una riflessione anche sui surrogati della carne o della carne creata in laboratorio che spesso ci vengono venduti come la salvezza del pianeta, in realtà sappiamo ancora molto poco in termini di impatto sulla salute dell’uomo e del pianeta: i conti sono ancora da fare.
Elena Alquati
Un invito all’ascolto del video sotto linkato, già pubblicato nel gruppo telegram (momentaneamente in pausa), con preghiera di prestare attenzione alle parole espresse da questo saggio e sapiente allevatore texano. Liberiamoci dai pregiudizi solo per pochi minuti.
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