Un allarme che arriva dall’Accademia Americana Pediatri in relazione alla sempre più crescente evidenza di quanto additivi, coloranti, e imballaggi, interferiscano con la salute, la crescita e lo sviluppo del bambino. Sono più di 10.000 le sostanze consentite per adulterare gli alimenti e per migliorare la conservazione anche attraverso l’imballaggio. Molte di queste sostanze sono state generalmente riconosciute sicure fino a prova contraria, senza aver seguito il normale iter di approvazione della FDA.
Rapporto tecnico sulla rivista Pediatrics
In un articolo della rivista “Pediatrics” del luglio u.s., si fa una vera e propria dichiarazione politica allegando il relativo rapporto tecnico di accompagnamento evidenziando le preoccupazioni che emergono sulla salute dei bambini legate all’uso di coloranti e sostanze chimiche deliberatamente aggiunte al cibo durante la lavorazione, e delle sostanze contenute nei materiali che sono a diretto contatto con gli alimenti stessi, che possono contaminare il cibo: imballaggio e apparecchiatura di produzione.
Si dichiara inoltre che è necessario adottare delle raccomandazioni che possano aiutare il pediatra durante le loro visite; sono altresì urgenti delle nuove riforme all’attuale processo normativo della FDA statunitense per gli additivi alimentari. La crescente preoccupazione, è nata in particolare negli ultimi venti anni, sia a causa di studi dove gli autori documentano l’alterazione del sistema endocrino e altri effetti avversi sulla salute. In alcuni casi, l’esposizione a queste sostanze chimiche è sproporzionata tra le popolazioni di minoranza e a basso reddito. Al momento non è possibile garantire la sicurezza degli additivi alimentari senza contare la mancanza di regole che proteggano dal conflitto di interesse. La FDA non ha inoltre l’autorità per acquisire dati sui prodotti chimici esistenti sul mercato o rivalutarne la loro sicurezza come impatto sulla salute umana
Bambini e lattanti i più colpiti
I dati esistenti degli effetti sulla salute di additivi alimentari in relazione ai lattanti e bambini non sono completi o addirittura mancanti, ma, generalmente parlando, è ovvio pensare che questa fascia di età sia decisamente più vulnerabili alle esposizioni chimiche. Sono urgentemente necessari miglioramenti sostanziali del sistema normativo degli additivi alimentari:
- Rafforzare o sostituire il processo di determinazione del “generalmente riconosciuto come sicuro” (GRAS);
- È necessario un aggiornamento delle basi scientifiche del programma di valutazione della sicurezza della FDA;
- Rivedere il test di tutte le sostanze chimiche approvate in precedenza e l’etichettatura diretta additivi con dati di tossicità limitata o assente.
Attenzione anche all’imballaggio
Studi scientifici eseguiti in laboratorio su cavie non umane, e studi epidemiologici sull’uomo, hanno evidenziato che le sostanze chimiche usate nei materiali a contatto con alimenti, possono contribuire a malattie e disabilità, e i bambini possono essere particolarmente sensibili agli effetti di questi composti, in quanto la loro esposizione è relativamente più elevata rispetto all’adulto (rapporto dietetico per Kg), e il loro sistema metabolico (detossificazione) è ancora in via di sviluppo. Si sottolinea inoltre una preoccupante possibile interferenza sul sistema endocrino e la relativa ripercussione sulla salute del bambino nelle prime fasi di vita. Da anni le comunità mediche e scientifiche internazionali stanno richiamando l’attenzione su questi temi, che forse sarebbe il caso di ascoltare.
In questo rapporto e nella relativa relazione tecnica, non sono stati presi in considerazione diversi contaminanti come:
- aflatossine, diossine, metalli (inclusi mercurio);
- residui di pesticidi come il DDT ecc.;
- alimenti geneticamente modificati, e caffeina o altri stimolanti aggiunti intenzionalmente a prodotti alimentari.
Dalla Fondazione Veronesi
Una voce autorevole arriva dalla Fondazione Veronesi: “Bambini Italiani (quasi) al Sicuro”, anche se è giusto considerare l’aggiornarsi delle nuove evidenze scientifiche, e molti di questi additivi e imballaggi contenenti sostanze che vanno ad interferire con il metabolismo dell’organismo umano, sono presenti anche nei prodotti italiani; quindi tenere monitorata la situazione è d’obbligo.
Non dimentichiamo inoltre delle molte delle famiglie che vivono in Italia, le quali, per cultura, acquistano prodotti americani.
Leggi anche: Crociata contro Junk Food
Leave A Comment